Ciclismo, Moser: “Record Ganna? Performance immensa”

L'ex primatista: "Suo primato attaccabile, ma solo in alta quota"

“Sono passati tanti anni da mio primato e le cose sono cambiate moltissimo dal 1984 a oggi. Ganna ha fatto una grande prestazione, perché ha battuto anche il record di Boardman, che era il vero record esistente. E’ stata una grande performance: andare a quasi 57 all’ora non è semplice, ci vorrebbe una discesa lunga 57 chilometri per fare quella velocità. Credo che l’obiettivo di Ganna fossero i 56 chilometri, l’ha raggiunto e superato, pertanto credo sia questa la dimensione della prestazione”. Così Francesco Moser, ultimo italiano a migliorare il record dell’ora prima di Filippo Ganna, nuovo primatista da ieri, parlando al Fai-Castello di Avio (Trento), in occasione dell’evento ‘Vino tra le mura: la sboccatura’. “Qualcuno dice: ‘ma Ganna deve battere il proprio record’. Io dico: Ganna non deve battere un bel niente, casomai saranno gli altri a dover battere lui, poi se è il caso lui si potrà sempre riprendere il record. Può farlo, perché è giovane. Ricordo che nel 1984 testammo le ruote lenticolari e capimmo che erano più performanti, ma non è questo il problema: è una questione di preparazione – aggiunge il trentino -. Io credo che il record di Ganna sia attaccabile se si prova in quota. I suoi avversari penso che andranno in Messico a provarlo. Io usai un rapporto 57/15, per fare 51 chilometri, mentre Ganna ha usato il 64/14: c’è un abisso. Chi vorrà superare Ganna deve abituarsi a spingere un rapporto ancora più lungo, perché è stato dimostrato scientificamente che, se si aumenta il numero delle pedalate, a un certo punto, ti imballi: devi aumentare invece il rapporto di pedalata. Questo vuol dire che, se prima si faceva con 9 metri a pedalata, ora sono più di 10, si dovrà andare a 11 e poi a 12. Bisognerà vedere chi è in grado di farlo”. “Io cosa avrei fatto con la bici di Ganna? Questi paragoni non si possono fare a distanza – conclude -. Ognuno corre nel proprio tempo. Come quanto si parla di Merckx, di Coppi, di Binda, ognuno ha gareggiato nel proprio tempo. Quella è la misura. Bisogna partire dal presupposto che gli atleti gareggiano per vincere”. (ANSA).

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